
Al risveglio si ritrova una noce di cocco nel letto. Interamente vestito, sotto le coperte, Méte si chiede cosa sia successo, la sera prima, che abbia condotto a tali circostanze.
Una breve e veloce panoramica ci introduce i personaggi de “Gli sfiorati”, di Sandro Veronesi.
Una coppia di solerti domestici filippini; un orfano scaltro e determinato; un mastodontico, verace ed incorruttibile attore teatrale; un uomo che non conosce responsabilità né colpa. Ma, soprattutto, Belinda, bionda, bellissima e “schiumevole”.
Méte, il giovane protagonista, si muove nei salotti, nei locali e nelle strade della media borghesia romana. Inquieto, scostante e in conflitto con il padre vedovo e appena risposato, il ragazzo attraversa le giornate e, soprattutto, le notti, accompagnato da pochi amici e da un “pensiero dominante”.
Le ore notturne possono essere veramente lunghe quando sono scandite da una passione lacerante: non ci sono scappatoie né vie di fuga. Perché il nostro ragazzo, ventisettenne, studioso di grafologia, è in fuga.
Méte ha ricevuto un “regalo” dalla matrigna recentemente acquisita, come una singolare “dote” portata dalla donna al figlio dell’uomo che ha appena sposato.
Per tutta la durata del viaggio di nozze dei maturi “novelli sposi” , Belinda, la giovane figlia di Virna, andrà a stare a casa di Méte, il quale cercherà disperatamente ogni pretesto per evitare qualsiasi contatto dall’ oggetto amato.
“Basta davvero passare da un grembo all’altro per tenersi lontani dall’unico che reca tormento?”
Una passione incoffessata, una gioventù senza riferimenti, una città uterina, e last but not least, il perenne conflitto con il padre, sono gli ingredienti del romanzo scritto dal giovane autore toscano dieci anni fa e ristampato da Mondadori grazie al “premio Viareggio”, vinto anni fa da Veronesi con “La forza del passato”.
Sandro Veronesi, guadagnata la ribalta con “Venite venite B52”, riesce sempre a stupirci, intrigarci e soddisfarci. Una prosa ricca di sfumature e dettagli, che mette a nudo ogni approssimazione della realtà quotidiana, cogliendone aspetti spesso ignorati. Una scrittura “esatta”, racconti che mescolano, in giusta dose, paesaggi sociologici e complicate geometrie psicologiche.
Sempre presente, con una puntalità ossessiva, il conflitto con il padre…..ma questa è materia per gli psicanalisti.
Leggete “Gli sfiorati”, leggetelo con attenzione e scoprirete come sia sempre troppo superficiale il nostro sguardo sulle cose.

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