
Il maggior poeta del secolo appena trascorso. Un genio indiscusso, indiscutibile.
Quando si dice che i libri vengono scritti col sangue....beh, leggendo le poesie di Thomas ci rendiamo conto della portata di tale affermazione.
L’ultimo dei “maledetti”, Dylan mette nei suoi versi tutta la forza, la passione, la disperazione dell’individuo che non si ritrova nel tempo in cui vive, un outsider che esprime tutto il disagio di un’epoca assolutamente folle.
Nasce nel Galles, il 27 Ottobre 1914 figlio di un insegnante di inglese.
La sua migliore produzione e più feconda produzione è quella che vede la luce tra il 1930 ed il 1934 (tra i 16 e i 19 anni).
Dopo alcune brevi sortite nel giornalismo, nella critica letteraria e nel teatro, il giovane Autore si dedica interamente alla poesia.
Nel 1934 si trasferisce a Londra, vivendo da bohémien con una predisposizione all’alcool (ancora devo conoscere un bravo poeta astemio) che lo porterà alla tomba giovanissimo.
La situazione economica è grave, Dylan vive solo della sua poesia e, si sa, con la poesia lo stomaco non si riempie.
Lavora come sceneggiatore di documentari; nasce la seconda figlia e i soldi non bastano mai.
Viene aperta una sottoscrizione a suo favore da parte dei magiori scrittori e artisti inglesi.
E’ invitato negli Stati Uniti a tenere un ciclo di letture delle sue poesie.
Al contrario di molti suoi colleghi, Dylan ottiene la fama già da vivo: Collected Poems ottiene un successo straordinario e lui diventa il poeta alla moda, coccolato nei salotti e conteso dai colleges.
Ormai, però, il suo alcolismo è cronico e il Poeta passa gran parte del tempo nei bar in compagnia di conoscenti occasionali.
Muore di delirio tremens il 9 novembre 1953.
Nella “bianca” dell’Einaudi potete trovare “Poesie inedite” e “Poesie”

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